Bruxelles – Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno avviato nel 2024 la missione EUNAVFOR Aspides per garantire la sicurezza della navigazione commerciale nel Mar Rosso, un’arteria vitale per il commercio globale minacciata dagli attacchi dei ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran. Tuttavia, a distanza di oltre un anno dal suo lancio, l’operazione si trova sotto i riflettori non solo per i suoi risultati, ma anche per il silenzio di Bruxelles di fronte alle critiche mosse da funzionari statunitensi.

Secondo indiscrezioni emerse da chat private riportate dai media, alcuni rappresentanti Usa avrebbero accusato l’Ue di “scaricare” sugli Stati Uniti il peso della sicurezza marittima nella regione, definendo l’impegno europeo insufficiente nonostante i milioni di euro investiti. La missione Aspides, che coinvolge 21 Paesi Ue e ha un costo comune di 8 milioni di euro – oltre alle spese nazionali per navi e personale – ha scortato oltre 410 navi e sventato attacchi, come quello alla petroliera MV Sounion nell’agosto 2024, evitando un disastro ambientale. Eppure, le autorità di Bruxelles non hanno ancora replicato alle accuse, lasciando spazio a speculazioni su tensioni transatlantiche.

L’operazione, partita a febbraio 2024 con un mandato difensivo di un anno e poi rinnovata, si è distinta per il suo approccio non aggressivo, in contrasto con le operazioni Usa e Regno Unito, che hanno condotto raid contro obiettivi Houthi in Yemen. “Aspides ha un ruolo chiave nel proteggere le navi commerciali, ma manca di una strategia a lungo termine per risolvere la crisi”, ha commentato Emily Tasinato, analista del European Council on Foreign Relations, evidenziando i limiti di una missione percepita come “troppo difensiva” da alcuni osservatori.

Il silenzio dell’Ue arriva in un momento delicato: il Mar Rosso resta un nodo cruciale per il 12% del commercio mondiale, e le continue minacce Houthi spingono molte compagnie a deviare le rotte attorno al Capo di Buona Speranza, con costi e ritardi significativi. Di fronte alle critiche Usa, che sembrano riecheggiare le accuse di “free-riding” già mosse dall’ex presidente Trump agli alleati Nato, Bruxelles mantiene per ora un profilo basso, mentre cresce il dibattito interno sull’efficacia e il futuro della missione.

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