Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo, presso il Senato, Roma, 15 ottobre 2024. // Prime Minister Giorgia Meloni delivers a speech during communications ahead of the European Council, at the Senate, in Rome, Italy, 15 October 2024. ANSA/VINCENZO LIVIERI

ROMA – Nella mattinata di martedì 15 ottobre, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è presentata all’aula del Senato per le comunicazioni di rito pre-Consiglio Europeo. “Questa nuova legislatura europea si è aperta all’insegna della preoccupazione e dell’incertezza per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medio Oriente e i mutamenti geopolitici e le molte difficoltà attraversate dall’Ue, in parte per questi scenari e in parte figli degli errori del passato”, ha esordito la premier Meloni. I temi all’attenzione del Consiglio Europeo del 17 e 18 ottobre verteranno soprattutto sulla situazione migratoria, sul contesto di tensione in Medio Oriente, oltre che sul tema della decarbonizzazione, con la situazione di crisi dell’automotive a fare da sfondo

“Da più parti il Consiglio europeo di domani è stato definito come un Consiglio europeo di ‘transizione’, tra il vecchio e il nuovo ciclo istituzionale europeo. È vero, ma proprio per questo sarà un Consiglio europeo importante, perché porrà le basi della strategia da adottare nei prossimi anni” ha detto Meloni. Nel trattare, in un passaggio successivo, la nomina del Ministro Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione UE, ha dichiarato di augurarsi che “tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi”. “Ci sono momenti – ha aggiunto – in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte: mi auguro che sia uno di questi senza distinguo e senza tentennamenti”. “La delega al Pnrr” del commissario Raffaele Fitto, “secondo le indicazioni della presidente dovrà essere esercitata congiuntamente con il commissario Dombrovskis: qualcuno ha letto in questo affiancamento un’ipoteca rigorista, ma questa collaborazione di carattere paritario rappresenta piuttosto un’opportunità per il commissario italiano di far valere le ragioni di una necessaria maggiore flessibilità negli investimenti, una posizione storicamente italiana che ha trovato un primo parziale accoglimento nella riforma del Patto di stabilità”. La nomina di Fitto è al centro di alcune polemiche con i socialisti europei e, soprattutto, con il Partito Democratico, che si trova nella scomoda posizione di dover trovare un equilibrio tra gli interessi italiani e la linea combattiva scelta da S&D.

Per quanto riguarda la politica internazionale, Meloni ha annunciato un suo prossimo viaggio in Libano, al centro dell’attenzione mondiale successivamente alle operazioni militari di Israele al confine sud che hanno coinvolto anche la missione ONU di UNIFIL, a cui partecipano anche militari italiani. Sul tema, Meloni ha affermato che “pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti io penso che non si possa considerare accettabile” l’attacco di Israele all’UNIFIL “ed è la posizione che l’Italia ha assunto con determinazione a tutti livelli”, sottolineando, in aggiunta, che “”l’atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell’Onu”. Bisogna “lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi”.

Sul fronte ucraino, Meloni ha ribadito la posizione che l’Italia ha assunto fin dall’inizio del conflitto, nel febbraio 2022. Meloni ha ricordato l’incontro avuto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, cui ha confermato l’interesse dell’Italia a “tutelare quel sistema internazionale di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni Nazione”. “L’Italia ha firmato l’accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci – ha sottolineato – ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili”. La premier ha ricordato che l’Italia è in prima fila per la ricostruzione: “Il governo italiano è già fermamente impegnato nella tutela del patrimonio culturale ucraino, a partire da Odessa, dove stiamo lavorando per la messa in sicurezza della Cattedrale della Trasfigurazione e il 10 e l’11 luglio del prossimo anno l’Italia ospiterà a Roma la Ukraine Recovery Conference, la Conferenza sulla ricostruzione, importante evento sul quale il governo è già al lavoro e conta sul sostegno di tutte le forze politiche e di tutto il sistema Italia”.

Tra i temi che saranno al centro del prossimo Consiglio Europeo ci sarà sicuramente la migrazione. Quindici stati membri hanno firmato una lettera chiedendo alla Commissione europea misure innovative per il reimpatrio di immigrati irregolari. Il sistema odierno di reimpatrio adottato dagli Stati Membri risulta, infatti, inefficace, con soltanto un terzo degli irregolari effettivamente rimpatriati. Dal punto di vista italiano, Meloni si dice “orgogliosa che l’Italia sia diventata un modello da seguire, ho accolto con grande soddisfazione l’attenzione di diversi governi di diverso colore politico” sull’azione italiana “a riprova del pragmatismo e dell’efficacia che hanno segnato la nostra azione in materia di contrasto dell’immigrazione illegale”. “A partire dal Consiglio europeo, su iniziativa dell’Italia si svolgerà un incontro informale tra gli Stati membri più interessati al fenomeno migratorio”, ha detto la premier, che ha aggiunto: “Constatiamo intanto una nuova attenzione al tema dei rimpatri, anche volto ad un rafforzamento dell’attuale quadro giuridico europeo, sul quale abbiamo registrato con favore l’interesse del nuovo governo francese e le dichiarazioni della presidente von der Leyen a margine del vertice Med9 di Cipro”. Ha poi elogiato il Protocollo Albania, dicendo che “è una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue”.

Per quanto riguarda la decarbonizzazione, invece, il Presidente Meloni ha annunciato che “Il Consiglio Ue tornerà ad occuparsi di come rafforzare la competitività, l’Italia ha una posizione molto chiara su questa materia: l’approccio ideologico che ha sostenuto finora il green deal, ha creato effetti disastrosi, una posizione che abbiamo avuto fin dall’inizio in solitudine e che oggi è patrimonio comune”. “Non è vero – ha insistito – che l’unica strada sia quella tracciata da una minoranza ideologizzata: non ha alcun senso distruggere posti di lavoro, smantellare l’industria e condannarsi a nuove dipendenze strategiche per perseguire obiettivi impossibili da raggiungere”. Ha, poi, dichiarato di essere vicina alle posizioni del Rapporto Draghi, soprattutto nella parte in cui afferma che “gli ambiziosi obiettivi ambientali che ci siamo posti devono essere accompagnati da maggiori risorse pubbliche e private, da investimenti adeguati e da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti la transizione energetica ed ambientale andrà a scapito della competitività e della crescita”. Sullo stop europeo alle auto a motore termico dal 2035, Meloni ha aggiunto che “si deve avere il coraggio di riaprire la partita e perseguire la strada della neutralità ecologica, sostenendo filiere come quella dei biocarburanti, in cui l’Italia e l’Europa possono giocare un ruolo da protagonista”.


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