BRUXELLES – La proposta della Commissione europea di imporre dazi compensativi definitivi fino al 36,3% sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi ha quest’oggi ottenuto, in sede di Comitato difesa commerciale (TDI), il supporto necessario dagli Stati membri. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.

In totale, 10 Stati membri hanno votato a favore, tra cui anche l’Italia, 5 contro, tra cui la Germania, e 12 si sono astenuti. Tecnicamente, il via libera di oggi viene definito quale “no opinion”: poiché non si è raggiunta una maggioranza qualificata capace di bocciare la proposta della Commissione, quest’ultima ha ottenuto la facoltà di approvare i dazi anti-Cina.

“Questo rappresenta un ulteriore passo verso la conclusione dell’indagine anti-sussidi della Commissione”, ha scritto l’Esecutivo in una nota stampa a seguito dell’esito della votazione.

“In parallelo, l’UE e la Cina continuano a lavorare duramente per esplorare una soluzione alternativa che deve essere pienamente compatibile con l’OMC – Organizzazione Mondiale del Commercio – adeguata nell’affrontare i sussidi dannosi stabiliti dall’indagine della Commissione, monitorabile e applicabile”.

La Commissione Ue ricorda poi che il regolamento con i risultati definitivi dell’indagine verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale entro il 30 ottobre.

Benifei (Pd): “Fermare concorrenza sleale cinese nel mercato dell’auto. L’UE tuteli i posti di lavoro”

“La decisione odierna presa in Consiglio è il risultato dell’indagine approfondita della Commissione europea sui costruttori cinesi di automobili, che ha confermato la distorsione della concorrenza nel mercato europeo. È di fondamentale importanza che l’UE invii un chiaro messaggio ai nostri partner commerciali: l’Europa non è disposta a sottrarsi dalla difesa di condizioni di parità in tutti i diversi settori della nostra industria. Tutelare l’industria europea e i posti di lavoro di alta qualità deve essere la nostra priorità”. Così l’eurodeputato del Partito Democratico Brando Benifei, Coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici in Commissione Commercio Internazionale.

“L’indagine è stata condotta in conformità con le norme del WTO e sulla base del EU Trade toolbox. La posta in gioco è alta e ne va della nostra competitività industriale. Il settore automobilistico è di cruciale importanza per l’Italia e per l’UE, occupando 13,8 milioni di persone che rappresentano il 7% della produzione economica complessiva del l’UE”, ha proseguito.

“Come ha detto Mario Draghi, per ragioni strategiche, l’Europa non può essere completamente dipendente dalla tecnologia straniera nel settore delle batterie e deve mantenere il know-how in Europa. Tuttavia, dobbiamo anche evitare il protezionismo generalizzato. Per questa ragione dobbiamo intensificare gli sforzi quando si tratta di produrre tecnologie pulite a prezzi sempre più accessibili”, ha concluso Benifei.

Salini (FI): “Grave errore il no della Germania. L’UE tenga la schiena dritta”

“Le politiche iper stataliste e la concorrenza sleale del governo cinese nel mercato dell’auto sono sotto gli occhi di tutti. Siamo di fronte a una violazione palese e sistematica delle regole basilari dell’Organizzazione mondiale del commercio. La linea conciliante del governo di Madrid e la marcia indietro del cancelliere tedesco Scholz sui dazi ai veicoli elettrici cinesi sono preoccupanti, un grave errore strategico di Paesi europei a guida socialista, che genera il legittimo sospetto che i veri avversari politici, primi ostacoli alla ripartenza, si annidino anzitutto all’interno dell’UE”.

“Se da un lato il pilastro della crescita europea è il rilancio della competitività tramite una politica industriale solida e condivisa, che parta da una riduzione dei costi dell’energia, dall’altro è indispensabile che Bruxelles tenga una postura credibile nel contrastare, anche con misure di breve termine e provvisorie come le barriere doganali, l’atteggiamento aggressivo e unilaterale del governo cinese, che mira ad indebolire l’unione a 27. L’Europa tornerà protagonista solo se terrà la schiena dritta di fronte agli attori che si muovono per minarne alla base il progetto politico”. Così invece l’europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Gruppo Ppe, Massimiliano Salini.


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