BRUXELLES – Lo scorso 6-9 giugno, che ricordiamo essere stato il weekend delle elezioni europee per il mandato 2024-2029, solo il 50,74% degli europei si è recato alle urne. Secondo i più recenti dati dell’Eurobarometro (3 ottobre 2024) – sondaggio d’opinione pubblica condotto regolarmente dalla Commissione europea – quei 225 milioni di cittadini che hanno espresso il loro voto, per eleggere i 720 rappresentanti che siedono in Eurocamera, lo hanno fatto prevalentemente per due ragioni: l’aumento dei prezzi e del costo della vita (42%) e l’attuale situazione economica (41%).
Ma non solo. A preoccupare gli europei e le europee sono anche la situazione internazionale complessa (34%), data la presenza di due grandi guerre alle porte d’Europa, e la necessità di difendere la democrazia e lo Stato di diritto (32%). Ciò non toglie che anche una buona percentuale di chi si è astenuto ritenga il costo della vita (46%) e l’economia (36%) due validi motivi per votare.
In Italia la tendenza è la stessa. Vedere i prezzi salire e gli stipendi fermi da 30 anni non rassicura affatto i cittadini, che chiedono all’Europa maggiori tutele. Il 48% degli italiani ha appunto votato perché preoccupato delle condizioni economiche che peggiorano e il 51% per i costi elevati dei principali beni di consumo.
La maggior parte degli europei è però fiducioso nel futuro dell’UE
Nonostante un’affluenza alle urne poco superiore al 50%, gli europei e le europee sono abbastanza ottimisti sul futuro dell’Unione. Il 65% lo ritiene ancora un progetto positivo, principalmente per la maggiore cooperazione tra gli Stati membri (36%), per la protezione della pace e il rafforzamento della sicurezza (32%), per il contributo che l’UE dà alla crescita economica (28%) e per la creazione di nuove opportunità di lavoro (24%).
Gli italiani sono sorprendentemente sopra la media. Nonostante un euroscetticismo abbastanza diffuso, spesso dettato da un’idea errata di Bruxelles come la sede dei burocrati che altro non fanno se non tenere a freno i governi nazionali, il 70% degli italiani è europeista e ritiene il progetto UE vantaggioso.
Gli italiani sono anche leggermente più fiduciosi (48%) della media europea (42%) nella democrazia parlamentare, specialmente all’inizio della legislatura, dato più alto mai registrato per questo indicatore.
Chi è andato a votare alle europee e perché?
Uno dei dati più interessanti di questo Eurobarometro ci dice che a votare sono stati soprattutto gli elettori con almeno 55 anni: il 58% a livello Ue (con un +4% rispetto alle elezioni del 2019) e il 50% in Italia. Al contrario, il gruppo meno partecipativo è stato quello dei più giovani (tra i 15 e i 24 anni), tant’è che solo il 36% si è recato alle urne, contro un 45% italiano. Eppure, stando ai dati raccolti, sarebbero proprio i giovani i più ottimisti sul futuro dell’UE (79%, contro un 66% di over 55).
Fra le domande dell’Eurobarometro poste ai cittadini vi era anche quella legata al perché si sia andati a votare alle europee: il 46% degli elettori afferma di farlo sempre, quindi prevalentemente per abitudine, mentre il 42% ha risposto di averlo fatto in quanto dovere di ogni cittadino. Il 20% vota invece perché desideroso di sostenere il partito politico a cui si sente vicino. Anche per il 46% degli italiani votare è un’abitudine, tant’è che il 40% afferma di farlo da sempre.
La presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, commentando i risultati del sondaggio, ha detto: “Lo scorso giugno, i cittadini di tutta Europa hanno fatto sentire la loro voce, registrando la più alta affluenza alle elezioni del Parlamento europeo degli ultimi 30 anni. Ci hanno dato il mandato di agire, di fornire risposte e soluzioni e di avere un impatto positivo nella loro vita quotidiana. Faremo la nostra parte. Nelle prossime settimane, il Parlamento europeo esaminerà la nuova Commissione europea per garantire che affronti le questioni prioritarie per i cittadini: il costo della vita, lo stato della nostra economia, la democrazia, lo Stato di diritto, la migrazione e la sicurezza. Il Parlamento europeo continuerà a lavorare per far sì che la voce dei cittadini conti nell’UE.”
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