ROMA – “Guardando al futuro, l‘inflazione potrebbe aumentare temporaneamente nel quarto trimestre di quest’anno, poiché i precedenti bruschi cali dei prezzi dell’energia scompariranno dai tassi annuali, ma gli ultimi sviluppi rafforzano la nostra fiducia che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo” ha così affermato Christine Lagarde, presidente del board della Banca Centrale Europea, davanti agli eurodeputati della Commissione ECON.

Secondo Lagarde, infatti, “i nuovi dati disponibili al momento della riunione del Consiglio direttivo di settembre hanno rafforzato la nostra fiducia nel tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo del 2%”. L’obiettivo di medio periodo, conferma, resta quello del raffreddamento dell’inflazione operando sui tassi d’interesse a seconda delle necessità, concentrandosi, soprattutto, “sulle prospettive di inflazione, sulle dinamiche dell’inflazione sottostante e sulla forza della trasmissione della politica monetaria”. Ciò significa che la strategia resterà quella della cautela e del lento recupero, in modo da evitare scossoni di mercato. Anche perché le ultime proiezioni della BCE danno l’economia europea in crescita “dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026″.

Sul fronte dell’unione dei mercati di capitali, Lagarde ha tenuto a precisare che la posizione della BCE è sempre stata favorevole all’integrazione. Infatti, secondo la Presidente della BCE, un’accelerazione dal punto di vista dell’unione dei mercati finanziari aiuterebbe a “promuovere la diversificazione del rischio e l’assorbimento degli shock in tutta l’Ue”.  Lo sguardo, però, non è puntato soltanto sulla resilienza del sistema finanziario, ma coinvolge anche la capacità di investimento rispetto alle sfide ambientali e tecnologiche. Infatti, “un mercato unico dei capitali profondo e integrato è essenziale anche per raggiungere alcuni degli altri obiettivi chiave dell’Ue, dal finanziamento delle transizioni verdi e digitali al consentire ai risparmiatori di ottenere rendimenti più elevati. Inoltre, le aziende giovani e innovative devono crescere e diventare più produttive, il che alla fine andrà a vantaggio di tutti gli europei. Per il momento, tuttavia, la mancanza di accesso al finanziamento azionario è un fattore chiave che frena queste aziende”.

Lagarde è poi intervenuta in relazione al Rapporto Draghi, esprimendosi contro chi ne ha criticato soprattutto l’emissione comune di bond da parte degli Stati Membri per finanziare le riforme necessarie. “Penso sia un imperativo urgente considerare qualsiasi opzione possibile per migliorare la competitività” ha detto, aggiungendo come “la diagnosi di Draghi sia molto chiara, il gap in termini di innovazione e produzione deve essere affrontato. Tutti i mezzi possibili per colmarlo devono essere adottati al più presto possibile. Credo che nessuna soluzione possa essere scartata come troppo difficile, non abbiamo il lusso del tempo per escludere potenziali opzioni”.


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