Roma – Un incontro faccia a faccia di un quarto d’ora nella maestosa cornice della Basilica di San Pietro ha riacceso i riflettori internazionali sul dossier Ucraina. L’incontro, definito «molto produttivo» dalla Casa Bianca e di «forte valore simbolico» dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, rappresenta il momento più significativo di una giornata intensa di diplomazia ad alto livello.
Dopo il colloquio in Vaticano — Zelensky ha proseguito la sua missione europea incontrando a margine il presidente francese Emmanuel Macron, il neoeletto premier britannico Keir Starmer e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Questi bilaterali, caratterizzati da un clima di cauto ottimismo, hanno confermato la volontà europea di sostenere Kiev, ma anche di favorire ogni spiraglio di dialogo.
La giornata di ieri si inserisce in un contesto più ampio di rinnovata attività diplomatica: solo venerdì scorso, l’inviato speciale dell’ex presidente USA Donald Trump, Steve Witkoff, ha compiuto una visita a Mosca che, secondo fonti vicine ai negoziati, avrebbe gettato basi preliminari per un possibile avvicinamento delle posizioni tra Russia e Ucraina.
Nonostante questi segnali incoraggianti, le divergenze restano profonde. I nodi principali – tra cui il destino dei territori occupati e le garanzie di sicurezza per Kiev – sembrano ancora lontani da una risoluzione condivisa. Tuttavia, il nuovo attivismo diplomatico suggerisce che, dopo oltre tre anni di guerra sanguinosa, una finestra di opportunità potrebbe finalmente essersi aperta.
Dal Vaticano, in un messaggio ufficiale diffuso dopo l’incontro, si è ribadito il sostegno «a ogni iniziativa che possa favorire un cammino di pace, nel rispetto dei diritti fondamentali e della sovranità dei popoli».
I prossimi mesi saranno decisivi: l’attesa è ora rivolta ai possibili colloqui multilaterali previsti per l’estate, in cui potrebbe delinearsi un primo vero percorso di trattativa.
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