Washington (eu24news.eu) –  Lunedì 14 luglio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump rilascerà una “dichiarazione importante sulla Russia”. Lo ha annunciato lui stesso in un’intervista a NBC, affermando di essere “deluso da Mosca”, ma che “nelle prossime due settimane potrebbero arrivare novità rilevanti”.

L’annuncio arriva nel pieno di una fase diplomatica delicata, mentre Washington si prepara a varare un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti del Cremlino. Il Congresso ha approvato una norma che rafforza le misure punitive contro la Russia, ma – come ha sottolineato lo stesso Trump – “il provvedimento consente al presidente di scegliere se e come applicarle”.

Parallelamente, per la prima volta dal suo ritorno alla Casa Bianca, Trump ha autorizzato l’invio di armamenti a Kiev sfruttando la Presidential Drawdown Authority, lo stesso strumento utilizzato dal suo predecessore Joe Biden. Secondo fonti citate da Reuters, si tratterebbe di un pacchetto dal valore complessivo di circa 300 milioni di dollari, che includerebbe missili Patriot e razzi offensivi a medio raggio, destinati a rafforzare le difese ucraine contro i raid russi.

Gli USA nella coalizione dei “Volenterosi”

A segnare un nuovo equilibrio geopolitico è stata anche la partecipazione degli Stati Uniti alla Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina, tenutasi a Roma. In collegamento con Northwood, sede operativa del comando Nato per l’Europa, hanno partecipato il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron e – per gli Stati Uniti – l’inviato personale di Trump, Keith Kellogg.

Un passaggio che Volodymyr Zelensky ha definito “molto importante” per la tenuta della coalizione internazionale. “Sono sicuro che l’apporto americano potenzierà l’unità del gruppo”, ha detto il presidente ucraino, intervenuto alla Nuvola dell’Eur accanto alla premier italiana Giorgia Meloni.

Ma a pesare è ancora il difficile equilibrio che Trump mantiene tra Mosca e Kiev. Una posizione ambigua, testimoniata anche dall’incontro del segretario di Stato Marco Rubio con l’omologo russo Sergei Lavrov in Malesia. Secondo quanto riferito dallo stesso Rubio, Mosca avrebbe presentato una “nuova idea” per una possibile roadmap di pace, i cui contenuti non sono ancora stati resi pubblici. “C’è delusione per l’irrigidimento del Cremlino, ma serve un percorso realistico per far tacere le armi”, ha detto Rubio.

La Germania acquisterà due sistemi Patriot

Dal fronte europeo, intanto, arriva un segnale concreto. La Germania si è detta pronta a comprare sistemi missilistici Patriot dagli Stati Uniti e a trasferirli all’Ucraina. Lo ha annunciato il cancelliere Friedrich Merz, confermando quanto già anticipato da Zelensky. “Abbiamo richiesto dieci sistemi Patriot. Con Trump il dialogo è positivo. Berlino è pronta a pagarne due”, ha spiegato il presidente ucraino, che ha definito l’intesa “un passo cruciale” per la difesa aerea del Paese.

Nuovi attacchi russi e mercati in allerta

Sul campo, le ostilità non accennano a diminuire. La notte scorsa, Kyiv è stata colpita da un massiccio attacco russo, con oltre 400 droni e 18 missili lanciati verso la capitale. Almeno due le vittime confermate, decine i feriti.

L’intensificarsi del conflitto e il ritorno degli Stati Uniti nella catena logistica bellica ha avuto immediati riflessi sui mercati energetici. Le quotazioni del petrolio sono salite: il Brent ha superato i 68 dollari al barile, mentre il WTI è salito a quota 66,80 dollari, in un contesto reso ancor più incerto dalle mosse dell’OPEC+.

Lunedì l’annuncio. Ma resta l’incognita Trump

Nel contesto attuale, l’atteso annuncio di lunedì rischia di essere un punto di svolta o un nuovo esercizio di equilibrismo strategico da parte del presidente americano. L’apertura verso nuove sanzioni si accompagna, infatti, al tentativo di mantenere un canale aperto con il Cremlino. Una diplomazia a doppio binario, che inquieta Kiev e rende l’Europa ancora più consapevole della necessità di fare sistema, soprattutto sul fronte militare.


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