Trump frena su Kiev: “Stop alle armi, serve una tregua ora”

Washington (eu24news.eu) – Il nuovo incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca, ha segnato un nuovo punto di svolta nella guerra in Ucraina. Il presidente americano ha invitato Mosca e Kiev a fermarsi lungo le linee di battaglia attuali, escludendo, secondo quanto affermato poco fa dal Presidente americano stesso, qualsiasi discussione sulla cessione del Donbass. Una posizione che, nei fatti, spinge verso un congelamento del conflitto, più che verso una vera soluzione negoziale. La Casa Bianca, intanto, non ha concesso all’Ucraina la fornitura dei missili Tomahawk, confermando un approccio più prudente rispetto alla fase precedente del sostegno militare. E mentre Washington tenta di frenare l’escalation, sul campo la guerra non si arresta. Nella regione russa di Belgorod, un attacco con droni ha causato due morti e un ferito, alimentando la tensione ai confini.

Sul fronte diplomatico, l’Europa prova a muoversi compatta. A Lussemburgo, i ministri degli Esteri dell’Unione discuteranno il 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca e nuove misure per utilizzare i beni russi congelati a favore della ricostruzione ucraina. La Francia spinge per un ulteriore 20° pacchetto, rivolto ai Paesi che aiutano indirettamente la Russia, mentre Estonia e Finlandia ribadiscono la necessità di mantenere l’unità europea di fronte al possibile prossimo vertice Trump-Putin atteso a Budapest.

Zelensky, da parte sua, continua a chiedere un sistema integrato di difesa aerea europea e maggior cooperazione strategica. Ma l’impressione è che l’asse transatlantico stia entrando in una nuova fase: con Trump orientato a ridurre l’impegno americano e l’Europa costretta a ridefinire il proprio ruolo in un conflitto che resta lontano dalla fine. Intanto, seondo ultime notizie riportate dall’agenzia di stampa Reuters, sarebbe imminente, forse già giovedì prossimo, un incontro fra il segretario di Stato USA, Marco Rubio, e il ministro russo degli Esteri, Serghei Lavrov. Una notizia, però, ancora  non confermata ufficialmente dal Dipartimento di Stato americano.