Tripoli (eu24news) – La situazione nella capitale libica resta tesa e precaria, nonostante l’annuncio di un cessate il fuoco diffuso dal ministero della Difesa del Governo di unità nazionale (Gun). Nella giornata odierna, sporadici colpi di arma da fuoco sono stati uditi nelle vicinanze delle rappresentanze diplomatiche straniere, tra cui l’ambasciata d’Italia, segno di un equilibrio fragile dopo giorni di violenti scontri tra milizie rivali.
A fronte delle tensioni persistenti, un centinaio di cittadini italiani, in gran parte membri di una delegazione economica giunta per partecipare alla fiera dell’edilizia Libya Build, hanno finalmente lasciato la città. L’evacuazione è stata possibile grazie a un volo civile messo a disposizione dall’Italia, che ha permesso anche il trasferimento di circa 20 cittadini spagnoli. Complessivamente, il volo dovrebbe trasportare 130 persone, tra cui gli stranieri rimasti bloccati nella capitale a causa degli scontri.
La fragile calma nella notte ha garantito relativa tranquillità ai cittadini italiani ancora presenti nel Paese. Tuttavia, il clima resta instabile, con manifestazioni di piazza e un cessate il fuoco che appare tuttora incerto. Nella serata di ieri, centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla sede del primo ministro a Tripoli, chiedendone le dimissioni e accusandolo della ripresa dei combattimenti. Nonostante la massiccia presenza di forze filo-governative, la protesta è riuscita a raggiungere il perimetro dell’edificio, con le forze di sicurezza che hanno risposto sparando in aria per disperdere la folla.
Nel frattempo, il Consiglio presidenziale della Libia ha emanato un provvedimento urgente che impone un cessate il fuoco totale in tutte le aree del Paese. Il decreto ordina il rientro immediato di tutte le unità militari nei rispettivi quartier generali e sospende le recenti decisioni governative in materia di sicurezza e difesa, inclusa la ristrutturazione dell’Autorità giudiziaria di polizia. Inoltre, viene istituita una commissione d’inchiesta incaricata di indagare sugli scontri recenti e sulle loro conseguenze per infrastrutture pubbliche e private.
La comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della situazione in Libia, mentre si cerca una mediazione stabile per garantire la sicurezza dei cittadini e la stabilità politica del Paese.
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