Il vertice “Choose Europe for Science” tenutosi a Parigi ha messo in luce l’ambizione europea di diventare il nuovo polo globale della ricerca scientifica. Ma l’iniziativa, promossa da Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen per attirare i ricercatori stranieri, ha generato tensioni politiche con l’Italia, che rivendica di aver agito prima con un proprio bando. Al centro del dibattito, il futuro della scienza in Europa e le strategie per contrastare la fuga dei cervelli.
Parigi (eu24news) – L’Europa alza la voce per la scienza. Nel cuore della Sorbona, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno lanciato un piano congiunto da 500 milioni di euro per attrarre ricercatori stranieri, soprattutto americani, preoccupati dalle restrizioni imposte dalla nuova amministrazione Trump. Il piano, parte della strategia Choose Europe for Science, include una super sovvenzione di sette anni e punta a rafforzare il ruolo del continente come destinazione privilegiata per la ricerca.
“Mettere in discussione il ruolo della scienza è un errore gravissimo”, ha dichiarato Von der Leyen, evidenziando l’impegno dell’UE nel garantire libertà accademica e sostegno concreto agli scienziati. Macron ha ribadito la volontà di rendere la Francia e l’Europa luoghi centrali per l’innovazione, stanziando ulteriori 100 milioni di euro attraverso il programma France 2030.
Ma l’entusiasmo parigino ha trovato una fredda accoglienza in Italia. Il Ministero dell’Università, guidato da Anna Maria Bernini, ha espresso irritazione per non essere stato informato tempestivamente dell’evento. “Mentre gli altri annunciano, noi abbiamo già agito”, ha affermato Bernini, riferendosi al bando da 50 milioni di euro lanciato il 7 aprile per attrarre ricercatori in Italia. Fonti ministeriali sollevano inoltre dubbi sull’effettiva natura dell’iniziativa: “Si promuove l’Europa o solo la Francia?”.
Nonostante la tensione, l’iniziativa ha visto la partecipazione di rappresentanti di istituzioni accademiche, commissari UE e ministri della Ricerca. L’Italia era presente con l’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro. Sullo sfondo resta la sfida comune: rendere l’Europa competitiva nel panorama scientifico globale e contrastare la fuga dei cervelli.
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