Bruxelles (eu24news) – L’europarlamentare Anna Maria Cisint (Lega) interviene duramente sul pacchetto legislativo “Omnibus”, denunciando le distorsioni delle direttive europee sulla sostenibilità e la diligenza aziendale. Al centro della critica, la revisione della CSRD e della CS3D, che secondo Cisint continuano a imporre oneri sproporzionati alle imprese europee, senza affrontare le vere minacce alla stabilità democratica.
“La radicalizzazione islamica è una realtà concreta in molte aree d’Europa, soprattutto in Francia e Belgio, dove esistono zone interdette a chi non professa l’Islam. Eppure, ancora una volta, la sinistra e il PPE hanno scelto di ignorare il problema”, ha dichiarato Cisint, commentando il rigetto di un emendamento che proponeva un finanziamento mirato alla lotta contro il terrorismo islamico.
Secondo la parlamentare, “è gravissimo che non si sia voluto procedere. Oggi la radicalizzazione è sostenuta da reti come i Fratelli Musulmani e da finanziamenti opachi, che mirano alla sottomissione e alla sovversione del sistema democratico dei nostri Paesi, Italia compresa”.
Sul fronte normativo, Cisint accoglie con favore il rinvio dell’entrata in vigore della CSRD per le imprese di secondo e terzo scaglione, ma giudica insufficiente la revisione della CS3D. “Il testo resta insoddisfacente. Le imprese europee stanno già affrontando svantaggi competitivi enormi rispetto ai concorrenti dei Paesi terzi. Non possiamo permetterci ulteriori ostacoli burocratici”.
La Lega, conclude Cisint, si oppone al mandato negoziale approvato in Commissione JURI e chiede di riaprire il confronto in Plenaria. “Serve un testo più ambizioso, che tuteli le imprese e affronti con serietà le minacce alla nostra sicurezza e sovranità”.
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