Bruxelles – In una mossa volta a stringere ulteriormente il cerchio attorno alle finanze russe e a proteggere l’ambiente, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione non legislativa che esorta a misure aggressive contro le cosiddette “flotte ombra” utilizzate dalla Russia per aggirare le sanzioni internazionali sull’esportazione di petrolio.
La Russia, attraverso l’uso di petroliere obsolete e spesso non assicurate, ha continuato a esportare petrolio greggio e prodotti petroliferi, minando non solo le sanzioni economiche ma anche ponendo rischi significativi per l’ambiente marittimo. La risoluzione, approvata per alzata di mano, chiede che nei futuri pacchetti di sanzioni dell’UE vengano inclusi non solo i proprietari, operatori e gestori di queste navi, ma anche i loro conti bancari e le compagnie assicurative che li supportano.
Il Parlamento sottolinea l’importanza di una sorveglianza avanzata, promuovendo l’uso di droni e satelliti per il monitoraggio e ispezioni in mare. Inoltre, si propone di designare porti UE per la gestione di navi sanzionate, con la possibilità di sequestrare i carichi di petrolio e gas naturale liquefatto senza compensazione.
L’obiettivo è chiaro: porre fine a tutte le importazioni di combustibili fossili russi da parte dell’UE, compreso il GNL, per colpire direttamente il flusso di entrate che supporta l’aggressione russa in Ucraina. La risoluzione esorta anche i paesi del G7 a rafforzare l’applicazione del tetto sui prezzi del petrolio russo e a chiudere le scappatoie che permettono la vendita a prezzi di mercato.
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