Strasburgo – La Commissione Giuridica del Parlamento europeo (Juri) che si è svolta questa mattina a porte chiuse è stata teatro di critiche da parte dei Verdi e Sinistra che hanno contestato il corretto e regolare svolgimento della seduta in quanto “le domande formulate ai Commissari erano vaghe e non rispondevano a una procedura davvero trasparente” come spiega il deputato del partito pentastellato Furore.
Si trattava infatti di verificare che non ci fossero conflitti d’interesse finanziari tra il lavoro istituzionale dei candidati e i loro possibili interessi personali, una verifica che però sembrava essere già pilotata “dall’obiettivo della maggioranza di approvare tutti i candidati e di chiedere un occhio persino sui più flagranti conflitti. L’esito era predeterminato e in segno di protesta, insieme agli europarlamentari dei Greens, abbiamo appena abbandonato l’aula. Non è serio lavorare così” comunica Furore in una nota stampa.
Abbiamo incontrato l’europarlamentare fuori l’aula, così ci ha fornito un quadro più chiaro di quanto accaduto: “Noi avevamo chiesto di fare domande molto più specifiche ai commissari e non sono state fatte. Avevamo chiesto delle raccomandazioni specifiche perché trovo assurdo, ad esempio, che un commissario possa operare con un portafoglio e avere un’azienda di famiglia che potrebbe beneficiare da quel tipo di portafoglio. E allora capite bene che questa procedura è una farsa. Abbiamo denunciato la mancanza di trasparenza, ci faremo sentire nei dibattiti pubblici e nelle graticole che avremo poi a novembre”.

“Oggi possiamo dire chiaramente che la commissione Juri ha fallito in questo suo tentativo di portare trasparenza e di rendere merito a quelle che erano le dichiarazioni finanziarie dei commissari” conclude.


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