Milano – (com) L’accordo tecnico tra l’Unione Europea e il Mercosur, firmato oggi a Montevideo, ha suscitato forti critiche da parte delle principali associazioni agricole italiane. Coldiretti e Filiera Italia hanno infatti espresso una netta opposizione alla sua forma attuale, definendo l’intesa “inaccettabile” per il settore agricolo europeo, in particolare per quello italiano. In una nota congiunta, le due organizzazioni dichiarano che – nonostante le affermazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, la quale aveva sottolineato la presenza di adeguate tutele per la produzione agricola – le misure finora conosciute sono ritenute insufficienti. Coldiretti e Filiera Italia avvertono che non accetteranno di svendere il futuro degli agricoltori europei né la salute dei consumatori, per un accordo che rischia di compromettere la competitività e la sostenibilità del sistema agroalimentare europeo. La posizione italiana, dicono, sarà determinante quando l’accordo tecnico andrà in approvazione al Consiglio dei ministri. Nel dettaglio l’intesa prevede l’eliminazione dei dazi sul 91% delle esportazioni e sul 92% delle importazioni tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur. Tuttavia, le relazioni commerciali risultano sbilanciate: mentre l’Europa esporta principalmente beni industriali, i Paesi del Mercosur inviano soprattutto materie prime agricole, che spesso sono prodotte con standard di sicurezza alimentare e ambientale ben lontani dalle rigide normative europee. “Tra i pericoli principali”, sottolineano le due associazioni, “c’è il rischio per la sicurezza alimentare, dato che in Sud America vengono usati pesticidi e fitosanitari vietati in Europa”. Inoltre, l’utilizzo di antibiotici promuoventi la crescita negli allevamenti di suini e pollame in Mercosur, che sono proibiti nell’UE, costituisce un ulteriore problema per la salute dei consumatori. Oltre alla questione della sicurezza alimentare, l’accordo potrebbe favorire un aumento della deforestazione in Amazzonia, con conseguente distruzione di oltre un milione di ettari di foresta tropicale, alimentata da un incremento delle importazioni di carne bovina. A destare preoccupazione è anche la gestione della tracciabilità del bestiame in Brasile, che è ancora su base volontaria, mettendo in dubbio la trasparenza e la sicurezza della filiera. In aggiunta a questi rischi – sottolineano le due associazioni – l’accordo prevede misure che potrebbero aggravare la concorrenza sleale per i produttori europei, con l’introduzione di contingenti tariffari e l’abbattimento dei dazi su numerosi prodotti, tra cui carni bovine, pollame, riso ed etanolo. Secondo Coldiretti e Filiera Italia, l’importazione di 99.000 tonnellate di carne bovina, 180.000 tonnellate di pollame, e l’eliminazione dei dazi sul riso e lo zucchero brasiliano danneggerebbero gravemente l’agricoltura europea, spingendo ulteriormente verso una corsa al ribasso nei costi di produzione. Anche Confagricoltura si è espressa contro l’accordo, accusando l’intesa di non garantire equità e reciprocità nei rapporti commerciali. “Questo accordo non protegge il nostro modello agricolo”, ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, “e apre la porta a un flusso di prodotti che danneggeranno le produzioni italiane ed europee in termini di concorrenza e sicurezza alimentare”. La principale preoccupazione anche per Giansanti riguarda l’apertura alle importazioni di prodotti come carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero, settori che potrebbero subire una forte concorrenza dai Paesi del Mercosur.Cia-Agricoltori Italiani ha a sua volta sollevato delle riserve sull’accordo, definendo l’intesa squilibrata e potenzialmente dannosa per l’agricoltura europea, in particolare per alcuni settori sensibili. Cristiano Fini, il presidente, ha espresso preoccupazione per la liberalizzazione dell’82% delle importazioni agricole dal Sudamerica, che, a suo avviso, penalizzerà gravemente le produzioni italiane ed europee. La Cia ha infine sottolineato che in Europa vige un livello di regolamentazione molto elevato per quanto riguarda la sicurezza alimentare, l’ambiente e il benessere animale, mentre i Paesi del Mercosur non rispettano gli stessi standard.
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