Strasburgo- “Tutti i deputati dell’opposizione del Parlamento d’Albania sono davanti al Parlamento europeo perché in Albania nasce una nuova dittatura, come quella che abbiamo vissuto prima degli anni 90. Ormai il premier ha conquistato tutti i poteri, legislativo, esecutivo e giurisdizionale.” È Samir Korreshi a raccontare le ragioni del sit-in svoltosi nella giornata di ieri appena fuori l’ingresso dell’edificio di Strasburgo, una manifestazione pacifica ma sentita che porta all’attenzione la delicata posizione delle forze d’opposizione albanesi.
“È una forma di protesta e di sensibilizzazione per chiedere appoggio e aiuto per realizzare il grande sogno europeo per il percorso negativo della democrazia in Albania, per la deformazione grave dei diritti, della giustizia politica, per un Paese che sta soffrendo molto nell’ambito dello sviluppo e dell’integrazione europea” continua Tritan Shehu, deputato del Parlamento dell’Albania. L’ex ministro degli affari esteri e membro dell’ Assembly of the Republic of Albania for the Democratic Party of Albania, restituisce un quadro grave, seppure ormai diffuso in molti Stati dell’UE dove i governi di destra stanno avanzando verso soluzioni sempre più autoritarie ed autocratiche.

“Siamo qui per sensibilizzare tutta la comunità europea circa la situazione dell’Albania. Le cose non stanno come tutti dicono. Negli ultimi anni un quarto della popolazione albanese è emigrata” Flamur Hoxha del Partito Democratico albanese è una delle tante voci presenti per denunciare lo stato delle cose e chiedere aiuto all’UE, proprio come Edi Paloka che racconta: “Rama, il nostro primo ministro non conosce dei patti che non nascondano qualcosa di occulto. Ogni patto che lui stringe con la comunità europea o con i Paesi europei hanno sempre qualcosa di oscuro”. Il democratico fa poi riferimento all’accordo stretto lo scorso 6 novembre tra la premier italiana Giorgia Meloni e il governo di Tirana, accordo che ha portato alla nascita dei Cpr sul suolo albanese, sulla cui gestione la Commissione europa sta ancora cercando di far chiarezza.


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