Bruxelles (eu24news.eu) – Carola Rackete ha annunciato, oggi, le sue dimissioni dal Parlamento europeo a poco più di un anno dalla sua elezione. Non è un passo indietro, ma una dichiarazione di metodo e coerenza politica: “Mi dimetto – ha detto – per potermi concentrare di nuovo sull’azione contro i responsabili della crisi climatica“.
L’annuncio è arrivato attraverso una nota ufficiale del gruppo parlamentare The Left, di cui Rackete faceva parte: “Siamo orgogliosi del lavoro svolto insieme. Continueremo la lotta per l’azione per il clima, i diritti dei lavoratori e la revisione delle disastrose politiche migratorie dell’UE”.
Un mandato vissuto con spirito collettivo
Eletta nel 2024 con il partito tedesco Die Linke, l’ex comandante della Sea Watch, attivista ambientale nota in tutto il continente, era approdata all’Eurocamera con un mandato preciso: portare nelle istituzioni la voce della giustizia climatica e sociale. Ma ora lascia, perché – come ha dichiarato – “non è possibile esercitare il mandato in modo collettivo”.
Secondo quanto trapelato, la scelta è frutto di una riflessione maturata con il suo team e con i movimenti da cui proviene. Non si tratta quindi di un addio alla politica, ma di un ritorno alla militanza attiva, al fianco di chi lavora ogni giorno nei territori per la giustizia climatica e per l’equità sociale. L’attivista ha spiegato che l’addio all’Europarlamento le consentirà di tornare a concentrarsi sulle cause dirette della crisi climatica, un tema che considera urgente e troppo spesso oscurato dalla politica di partito.
Una voce scomoda all’interno della UE
Nel suo anno a Strasburgo e Bruxelles la Rackete è stata, senza dubbio, tra le voci più radicali nella critica alle politiche migratorie dell’Unione. Non ha mai smesso di denunciare quello che ha definito “l’impatto distruttivo dell’inazione climatica sulle fasce più vulnerabili della popolazione”.
Ha lavorato nelle commissioni ENVI (ambiente e sicurezza alimentare), ECON (economia) e AGRI (sviluppo rurale), ponendo sempre al centro del dibattito la responsabilità ambientale delle istituzioni europee e la necessità di una transizione ecologica giusta.
Chi prenderà il suo posto
A sostituirla in Parlamento sarà Martin Günther, esponente dello stesso partito, che il gruppo The Left ha già definito in piena continuità con le priorità politiche di Rackete: ambiente, giustizia globale e diritti umani.
Le prime reazioni politiche: la Lega su X
Carola Rachete, divenne simbolo internazionale quando, nel 2019, forzò il blocco dei porti italiani per far sbarcare migranti soccorsi nel Mediterraneo, sfidando il divieto imposto da Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno.
E la reazione della Lega alla notizia non si è fatta attendere. Sulla propria pagina ufficiale su X è apparso un post in cui si chiede ai propri utenti: “Carola Rackete si dimette da europarlamentare. Vi mancherà?”
Piaccia o no la vicenda delle dimissioni della Rachete si inserisce nel più ampio dibattito sul ruolo dell’attivismo all’interno delle istituzioni europee e su quali siano, oggi, le forme più efficaci di rappresentanza nel contesto del Parlamento europeo.
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