Con un emendamento al dl PNRR, approvato in Commissione Bilancio alla Camera, Fratelli d’Italia, il partito delle sorelle Meloni, voleva finanziare la presenza delle associazioni pro life nei consultori cui obbligatoriamente devono rivolgersi le donne che decidono di abortire.
Una forzatura alla legge 194 che già prevede la presenza degli assistenti sociali nel ruolo che i (post) fascisti pretendono definire come “scoperto”.
«La legge 194 è una legge dello Stato e come tale ne va garantito il rispetto e l’applicazione. Con essa si dichiara che “l’interruzione volontaria della gravidanza, non è mezzo per il controllo delle nascite” e che “lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.In merito ai Consultori Familiari, si ribadisce che esso è un servizio territoriale multiprofessionale rivolto alla comunità e orientato alla prevenzione e alla tutela della salute e della qualità della vita delle donne, dei soggetti in età evolutiva, dei giovani, delle coppie e delle famiglie.“Il Consultorio riveste uno snodo centrale nei percorsi assistenziali della legge 194, in quanto offre alla donna la possibilità di avere la certificazione prevista per interrompere una gravidanza non voluta, certificazione che non rappresenta l’inizio del percorso ma il suo eventuale epilogo finale. Il clima di accoglienza, neutralità e segretezza, all’interno dei Consultori, consente alla donna di essere accompagnata da professionisti esperti. Nel colloquio di servizio sociale, la donna viene informata, dei servizi e delle risorse del territorio che possono rispondere alle esigenze specifiche, prevedendo un invio informato per essere supportata nella decisione di proseguire, o meno, con la gravidanza e di ulteriori percorsi come l’adozione, il parto in anonimato e l’affido familiare”».
Il contenuto sopra riportato è un passaggio di una lettera del 2021 della presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali delle Marche, Marzia Lorenzetti, indirizzata – vedi un po’ – alla regione Marche guidata dal (post) camerata Acquaroli a seguito di dichiarazioni rilasciate da parte di alcuni consiglieri regionali, inerenti la legge 194/1978 e la sua concreta applicazione.
Come è facile intuire, per i (post) fascisti “anche” la 194 è un problema e, come è ormai chiaro in base al loro modus operandi, non potendo cancellare una legge, cercano delle vie alternative per renderla inapplicabile.
Per il momento, però, il colpo non sembra esser riuscito a Meloni & co. Infatti, le misure previste dal partito di Meloni sull’aborto non hanno alcune legame con il Pnrr”, come ha ricordato oggi la portavoce della Commissione europea per gli Affari economici, Veerle Nuyts, che ha pertanto annunciato la bocciatura di finanziare con i fondi europei le associazioni pro-life nei consultori:
“Il decreto Pnrr contiene delle misure che riguardano la struttura di governance del Pnrr e questi aspetti sono legati effettivamente al Piano di ripresa e resilienza italiano, ma ci sono altri aspetti che non sono coperti e non hanno alcun legame con il Pnrr, come ad esempio questa legge sull’aborto”,
ha spiegato Nuyts alla stampa. Meloni, pertanto, dovrà inventarsi altro per ostacolare l’applicazione della 194.
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