Concluse le indagini preliminari

Pisa – Sono 13 gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari (415 bis)arrivati ai poliziotti che lo scorso febbraio furono accusati di aver manganellato alcuni studenti nel corso di una manifestazione pro Palestina a Pisa. Tre funzionari e dieci agenti della Squadra mobile di Firenze sono accusati di eccesso di legittima difesa e lesioni lievi, poiché alcuni studenti dovettero ricorre alle cure mediche con prognosi che non superavano la settimana.
Ma dalle carte trapela chiaramente l’ammissione delle aggressioni ai poliziotti da parte dei giovani. Insomma, gli agenti si stavano difendendo, questo è chiaro, ma secondo la Procura lo avrebbero fatto in maniera eccessiva.
Provvedimenti che arrivano dopo una lunga indagine. All’epoca dei fatti molte furono le polemiche sollevate soprattutto dalla sinistra, che giustificava i comportamenti di chi aggrediva gli agenti.
Quella che sapeva molto di strumentalizzazione politica è sfociata nell’apertura di un fascicolo e nelle conseguenti indagini, per molti dovute per chiarire i fatti.
Gli avvisi di garanzia, a questo punto, sembrano quasi scontati.
“A Pisa – spiega Stefano Paoloni, segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di Polizia) – i colleghi hanno dovuto ricorrere all’uso della forza per far rispettare le prescrizioni previste dal Comitato di Ordine e sicurezza pubblica in occasione delle manifestazioni. Il cordone non poteva essere superato e per fare il loro dovere i colleghi hanno messo a rischio la loro incolumità fisica rischiando di restare schiacciati dai manifestanti e subendo lancio di oggetti contundenti, calci e pugni.
Anche noi abbiamo diritto di tornare a casa dalle nostre famiglie sani”.
Per Paoloni “è vergognoso che per cercare di fare il nostro dovere finiamo sul banco degli imputati. Servono adeguati protocolli operativi tra i quali deve essere prevista una fascia di rispetto di almeno due metri tra gli operatori delle forze dell’ordine e i manifestanti sotto la quale venendo meno i requisiti di sicurezza sia previsto l’uso della forza.

Sono norme indispensabili – conclude – per garantire chi vuole manifestare pacificamente ma che devono impedire ai professioni del disordine di agire indisturbati”.
Sulla stessa linea Susanna Ceccardi, europarlamentare toscana della Lega, che esprime “totale solidarietà agli agenti e ai dirigenti colpiti dai provvedimenti con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa, in relazione ai fatti di Pisa. Sono convinta – tiene a dire – che i nostri uomini e le nostre donne in divisa stessero cercando, tra molte difficoltà, di tutelare la sicurezza pubblica e che siano stati aggrediti, tant’è che si parla appunto di legittima difesa”. E prosegue: “Dobbiamo sostenere e difendere le forze dell’ordine che fanno da argine e isolano le frange estremiste in questo tipo di manifestazioni. Per questo, io sto dalla parte dei nostri agenti e dei nostri dirigenti della digos, soprattutto in questo momento di difficoltà e li invito a continuare a svolgere il proprio lavoro in maniera serena, confidando in una positiva risoluzione del procedimento giudiziario a loro carico”.

“Se 13 poliziotti sono indagati per eccesso colposo in legittima difesa a seguito della manifestazione avvenuta a Pisa a febbraio, in cui sono stati attaccati da un corteo niente affatto pacifista, siamo di fronte all’ennesimo caso di agenti accusati per essere stati aggrediti mentre facevano il proprio dovere. Rimane fermo il rispetto per la magistratura, e sappiamo che certi atti ‘dovuti’ sono ineludibili soprattutto quando c’è un carico pesante di emotività e polemica politica, ma sappiamo bene anche cosa vuol dire per un poliziotto una cosa del genere: andare a lavorare, fare ciò che viene chiesto di fare, subire un’aggressione per questo ma non potersi difendere perché altrimenti viene messa in discussione la propria professionalità. E’ qualcosa di terribile considerato che è la funzione a essere messa in discussione con le persone. Mette oltretutto particolarmente a disagio perché sembra spostare completamente l’attenzione dal fatto che in quella strada sono stati commessi dei reati a danno dei poliziotti. E pretenderebbe quantomeno che chi è chiamato a valutare abbia una competenza specifica in tema di servizi di sicurezza”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato, a proposito della notizia che la Procura di Pisa avrebbe iscritto nel registro degli indagati alcuni poliziotti per quanto avvenuto lo scorso 23 febbraio quando ci furono cariche contro i manifestanti durante un corteo pro Palestina, appresa da eu.24news.
“Dalle risultanze emerge chiaramente quanto da noi sostenuto fin dal primo momento – aggiunge il Segretario Fsp di Pisa, Lorenzo Cardogna -. La vicenda si inserisce certamente in un contesto di legittima difesa posta in essere dagli appartenenti alla Polizia di Stato, evidentemente a seguito di un’aggressione subita da parte di alcuni manifestanti violenti e non di minori che manifestavano con i libri in mano. A questo punto, e considerata la reazione iniziale di gran parte della scuola e delle famiglie, si dovrebbe aprire una seria riflessione sul ruolo di questi attori nell’educazione alla legalità delle future generazioni. Anche attraverso iniziative concrete porteremo la nostra vicinanza ai colleghi coinvolti, loro malgrado, in questa vicenda”.

In serata: Come disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, la Questura di Pisa ha proceduto alla notifica delle informazioni di garanzia e dell’invito a rendere interrogatorio dinanzi al Pubblico Ministero nei confronti di dieci appartenenti alla Polizia di Stato, coinvolti nei fatti accaduti a Pisa durante la manifestazione dello scorso 23 febbraio.
In particolare, l’attività di indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato in piena collaborazione con la Procura della Repubblica e sono stati identificati tutti gli operatori in servizio, grazie anche all’autoidentificazione ad iniziativa degli stessi agenti.
Di essi, dieci risultano indagati per cooperazione colposa, eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi e lesioni personali.
Nessuno degli indagati attualmente ricopre incarichi di natura operativa presso la Questura di Pisa.


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